Adorna d’oro, d’argento e di seta
Genova, Museo Diocesano, 21 aprile – 10 luglio 2022
Il Museo Diocesano, insieme all’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Genova organizza, in occasione dei progetti sul Barocco genovese e in concomitanza con la grande mostra dedicata all’arte del Seicento nella nostra città – allestita presso le Scuderie del Quirinale a Roma e a Palazzo Ducale a Genova -, un’esposizione di apparati tessili e sontuose suppellettili in argento in parte provenienti dalle chiese diocesane e individuate tramite le schedature del Ministero e della CEI, in parte già conservate in deposito presso lo stesso Museo.
“Adorna d’oro, d’argento e di seta”, a cura di Paola Martini e Grazia Di Natale e che aprirà il nuovo percorso giovedì 21 aprile, vuole presentare parte di quella raffinata e prestigiosa produzione artistica barocca dedicata ai luoghi sacri, utilizzata per arricchire gli altari delle chiese e, grazie a loro, connotare di sfarzo e magnificenza le cerimonie religiose.
I tessuti più ricchi, sia di provenienza profana che invece appositamente destinati ai paramenti sacri insieme alle diverse suppellettili – candelieri, vasi liturgici e arredi – sbalzati in argento, racconteranno il gusto meraviglia e lo stupore che quegli arredi dovevano suscitare; in quel periodo peraltro Genova era una tra le più importanti produttrici di tessuti in seta – velluti e damaschi – e grazie alle grandi quantità di materiale pregiato dal sudamerica, anche un centro di creazione di oggetti in argento punzonati con quel marchio – la Torretta – che contraddistinse la produzione cittadina fino al secondo decennio del XIX.
La mostra prende spunto dal progetto di catalogazione promosso dallo Stato Italiano e dalla CEI, grazie al quale è stato messo in luce un patrimonio straordinario, non solo focalizzato sul centro città ma ancora conservato nei paesi e nelle cittadine dell’entroterra. Per quanto riguarda la produzione tessile, i dati emersi hanno evidenziato i paramenti in damasco con il motivo dei tre fiori, della corona, o della palma; ma anche velluti, ricercati per la sontuosità del tessuto e i preziosi lampassi, utilizzati in particolari occasioni. Le suppellettili in argento, rimaste in buon numero anche dopo le soppressioni ottocentesche, raccontano l’alta qualità degli orafi genovesi e il pregio di un materiale che attraverso la luce manifestava in terra la gloria divina. Nella difficoltà sempre maggiore di mantenere questa ricchezza si inserisce la collaborazione tra le chiese del territorio e il Museo Diocesano. Nel percorso museale, queste possono continuare ad esprimere il loro significato religioso mentre se ne favorisce la conoscenza e l’utilizzo.