Il dipinto fu commissionato nel 1643 da Gio. Bernardo Veneroso per la propria cappella di famiglia che era collocata nella Chiesa di San Domenico, precisamente la quinta cappella della navata destra. Con le soppressioni napoleoniche il dipinto andò disperso e se ne persero le tracce. In realtà, fu trasferito come proprietà demaniale, prima a Palazzo Ducale e da lì a Palazzo Reale: nella nuova sede fu dapprima utilizzato come ancona della cappella e poi sistemato in un deposito.
L’assegnazione agli anni Quaranta del Seicento è motivata non solo dalla data ma anche dalla conduzione artistica dell’opera, in particolare nelle figure degli angeli, connotati da un colore particolarmente vivace e cangiante, elemento che si collega all’educazione toscana del Fiasella.
Particolarmente gustose le storiette collocate in basso, con i diversi trasferimenti miracolosi della Santa Casa, trattate con un fare bozzettistico che alleggerisce la solennità un po’ retorica dell’immagine mariana.